L’uomo folle

Appassionante e lucido commento di un unico aforisma, quello in cui Nietzsche fa annunciare all’uomo folle «l’enorme avvenimento» costituito dalla morte di Dio, a quasi cinquant’anni dalla sua prima pubblicazione la monografia di Cristoph Türcke non ha perso nulla del suo smalto e della sua rilevanza, offrendo ai lettori un’interpretazione persuasiva e originale di Nietzsche.
Se in Al di là del bene e del male Nietzsche considerava ogni grande filosofia come «l’autoconfessione del suo autore», per Türcke l’aforisma di La gaia scienza «L’uomo folle» costituisce un’autoconfessione in misura anche più grande di quanto Nietzsche abbia mai potuto immaginare. Ai suoi occhi, tra le schegge aforistiche, «L’uomo folle» è la scheggia che si rapporta all’opera complessiva come il microcosmo al macrocosmo: quella che mostra come in un bagliore quell’intero che sarebbe «pena d’amor perduto» tentare
di ricostruire filologicamente.
In esplicita polemica con le diffuse interpretazioni proposte da Heidegger, Deleuze, Derrida, Habermas, Vattimo, Türcke, ricostruendo lo sviluppo del pensiero nietzschiano, rivela l’inconsistenza dei «fragili bastioni» – i filosofemi della volontà di potenza, dell’eterno ritorno, del superuomo – con cui Nietzsche ha tentato di fronteggiare il crollo costituito dalla consapevolezza della morte di Dio in un universo che, a partire da Copernico, ha cessato di essere geocentrico e tolemaico.
Un libro indispensabile per chi voglia affrontare con sobrietà e rigore le ambiguità e i dilemmi dell’opera di Nietzsche.

Cristoph Türcke ha studiato teologia evangelica e filosofia. Visiting professor in università brasiliane, dal 1993 al pensionamento ha insegnato Filosofia a Lipsia. Nel 2009 è stato insignito del Sigmund-Freud-Kulturpreis.
Tra i suoi libri tradotti in italiano: Violenza e tabù (1991); Sesso e spirito (1995); La società eccitata (2012); e in questa stessa collana Il sogno di Gesù (2013).