La “Palmerstonite”: Marx e la personalizzazione del potere in Inghilterra

di Michele Prospero

In uno scritto del 1857, Marx (The English Election, in Collected Works, vol. 15, p. 226) osserva che “il futuro storico, che scriverà la storia dell’Europa dal 1848 al 1858, sarà colpito dalla somiglianza tra l’appello alla Francia fatto da Luigi Bonaparte nel 1851 e l’appello al Regno Unito fatto da Palmerston nel 1857”. Si intravede, nei sistemi politici europei più importanti, l’emergere di uno schema inedito con il capo che si rivolge direttamente al popolo scavalcando le mediazioni della rappresentanza.

Al di là delle rilevanti differenze storiche, che a metà del secolo hanno disegnato le specifiche istituzioni di governo operanti nei due regimi costituzionali, esiste un comune processo che caratterizza gli ordinamenti della Francia e dell’Inghilterra. Quando gli istituti politici si imbattono in una crisi funzionale, riconducibile agli effetti dirompenti dei processi di allargamento della partecipazione, le risposte secondo Marx tendono a restringere le eterogeneità riscontrabili tra i vari sistemi e talune somiglianze di fondo affiorano nei fenomeni di gestione del potere pur nella persistenza delle differenze ordinamentali. Dinanzi all’impatto di una stessa dinamica storica (l’allargamento delle basi di massa dello Stato), le risposte tendono a convergere in una assunzione di alcuni nodi (personalizzazione del comando e appello al popolo oltre le forme della mediazione).

L’indagine sul cesarismo, come personalizzazione autoritaria del potere ravvisabile nella crisi della seconda repubblica francese, si accompagna perciò in Marx a un’analisi puntuale del fenomeno della leadership che emerge nel regime parlamentare inglese, alla presa con grandi cambiamenti istituzionali innescati da dinamiche sociali inedite cui il sistema politico non risponde se non con sommovimenti che riguardano solo la collocazione delle persone, cioè “non i partiti ma gli uomini ai vertici dei partiti” (Marx, Lord Palmerston, in Collected Works, London, vol. 19, p. 345). In mancanza di adeguamenti più corposi, affiora la fragilità di antichi giochi di un personale parlamentare che risulta incapace di governare il vuoto che si spalanca quando un sistema di potere angusto entra in contatto con la frattura sociale che chiede una ricomposizione diversa da quella offerta dai registi delle alchimie del parlamentarismo ottocentesco.

Per comprendere le trasformazioni della politica europea Marx “politologo” avanza a più riprese una connessione tra le figure di Palmerston e di Luigi Bonaparte (Opinion of the Newspapers and Opinion of the People, in Collected Works, vol. 19, p. 130). Gli scritti politici di Marx apparsi nei quotidiani e dedicati all’analisi dei dibattiti parlamentari inglesi, alle manifestazioni, alla comparsa delle embrionali forme dei partiti meritano di essere riletti e reinterpretati alla luce dell’indagine sulle mutazioni dei regimi liberali-notabilari dinanzi all’annuncio di una società che assume marcati caratteri di massa.