Marx e i furti della legna: consuetudini, crimini e misfatti

di Jamila Mascat

Nell’autunno del 1842 Marx pubblica sulla Rheinische Zeitung una serie di cinque articoli che discutono le deliberazioni della Dieta renana in merito alla legge contro i furti della legna. In tale occasione Marx sviluppa una critica della nuova legislazione che, in nome della tutela legale della proprietà, sanziona e punisce la pratica consuetudinaria dei contadini d’Oltrereno di appropriarsi dei rami caduti nelle foreste demaniali.

L’intervento prende le mosse dalla ricostruzione dell’argomento elaborato da Marx in difesa dei “furti della legna” per indagare lo statuto e la funzione del diritto negli scritti del primo Marx. Analizzando la critica – eminentemente giuridica – del diritto positivo che egli elabora in queste pagine della Rheinische Zeitung, si procederà a situare la prospettiva marxiana rispetto alle sue fonti – Hegel e Gans, da un lato, e la scuola storica di Savigny, dall’altro – allo scopo di far luce sulle ambivalenze polisemiche del concetto di diritto e i suoi differenti usi nella teoria del giovane Marx.