Riaprire il futuro attraversando la città
La città può essere pensata come luogo di arrivo o luogo di passaggio, addirittura come luogo o senza luogo, come chiusura o apertura, come spazio di convivenza pacifica o di conflitto endemico. Alberto Magno, Nancy, Heidegger e Rancière ci possono offrire indicazioni per pensare il sistema urbano in termini adeguati alla sua attuale ricalibratura legata alla pervasività dei mezzi di comunicazione digitali. Accettare la sfida dei media, per le città significa porsi nuovamente come spazi in cui può accadere il futuro, con tutto il suo carico di irriducibile contingenza. Due città globali – Los Angeles e Dubai – sono colte in questa prospettiva nei romanzi di Neal Stephenson, Snow Crash e di Joseph O’Neill, L’uomo di Dubai.
Antonio Tursi, sociologo delle comunicazioni, senior fellow del McLuhan Program in Culture and Technology. Oltre che di politica si è occupato del rapporto tra mezzi di comunicazione e arte. Ha conseguito l’abilitazione alla docenza in filosofia politica e il dottorato di ricerca in teoria della comunicazione. Tra le sue ultime pubblicazioni: Non solo cyber. Frammenti di un discorso mediologico (Mimesis, 2013) e Partecipiamo. Tra autorappresentazione dei media e rappresentanza dei partiti (Mimesis, 2015).